La mano de Dios

Peter Shilton’s Handball Maradona.

Il classico titolo uscito dal fondo di qualche bottiglia di birra. Anche perché Shilton era il portiere dell’Inghilterra, non giocava a pallamano (o forse lo faceva di nascosto) e Maradona era il “Diez” più famoso al mondo.

Metto la cassetta, vedo partire le righe colorate e vado a giocare a pallone con gli amici, torno a casa, mi faccio la doccia ma sul mio monitor vedo ancora le righe colorate. Allora sketch di Sandra e Raimondo. Ecco che finalmente le righe lanciano l’ultimo stridìo. Il gioco è pronto. Io sono il portiere e devo difendere la porta dalle migliori 8 squadre inglesi. Almeno non è pallamano. Di Maradona neanche l’ombra. Riprendo in mano la confezione e rileggo il titolo. E capisco. Non è il titolo. E’ il grido degli inglesi contro l’Argentina. La mano di Dio camuffata da un genitivo sassone.

Nel 1986 non c’era internet. Quando vidi Argentina-Inghilterra guardavo una partita di calcio. Ascoltavo Giorgio Martino che commentava quello che verrà definito il gol più bello della storia del calcio realizzato da Diego, ma sotto la sua voce se ne sentiva un’altra, indemoniata, in spagnolo. Era quella di Victor Hugo Morales, telecronista argentino, che in un crescendo spasmodico finiva quasi per sovrapporsi alla voce del suo collega italiano:

«… la tocca per Diego, ecco, ce l’ha Maradona. Lo marcano in due, tocca la palla Maradona, avanza sulla destra il genio del calcio mondiale. Può toccarla per Burruchaga.. sempre Maradona.. genio, genio, genio.. c’è, c’è, c’è… goooooooooool… voglio piangere.. Dio Santo, viva il calcio.. golaaaaaazooo.. Diegooooooool.. Maradona.. c’è da piangere, scusatemi..

Goal del secolo commentato da Hugo Morales

Maradona in una corsa memorabile, la giocata migliore di tutti i tempi.. aquilone cosmico.. Da che pianeta sei venuto per lasciare lungo la strada così tanti inglesi ? Perché il Paese sia un pugno chiuso che esulta per l’Argentina.. Argentina 2, Inghilterra 0.. Diegol, Diegol, Diego Armando Maradona… Grazie, Dio, per il calcio, per Maradona, per queste lacrime, per questo Argentina 2, Inghilterra 0.»

<<Certo che ci tengono proprio al calcio in Sud America>>, pensai. Spensi il televisore e ci impiegai anni per capire che non avevo capito nulla.

Inghilterra-Argentina era iniziata 20 anni prima. A Wembley. Sempre Coppa del Mondo. Anzi Coppa Rimet. Quella che si portò a casa il Brasile nel 1970 per aver vinto tre mondiali. C’erano il Re e la Regina.

L’Inghilterra era quella di Sir Bobby Charlton, Nobby “Nosferatu” Stiles, e Bobby Moore. L’Argentina era tra le favorite trainata dal bomber Artime, uno che aveva la media goal di quasi due goal a partita. Finì con quello che in Argentina etichettarono come “El robo del siglo” (il furto del secolo). L’arbitro tedesco Kletein segna sul taccuino (all’epoca non c’erano i cartellini) quattro giocatori argentini nei primi 30 minuti mentre “nosferatu” Stiles collezionava tibie in ogni zolla di campo (il soprannome era dovuto al fatto che aveva perso tutti i denti e li aveva sostituiti con una protesi). Poi il capitano “El rata” Rattin, mediano vecchia scuola, sgambetta leggermente la leggenda inglese Charlton che cade al limite dell’area. Anche lui va sul taccuino. Il bomber Artime protesta. Taccuino. Poi Kletein indica Rattin e lo caccia fuori.

Rattin, che non parla né tedesco né inglese, non vuole uscire dal campo. Vuole sapere che ha fatto. I compagni cercano di accompagnarlo fuori. Wembley lo fischia. Lui si avvicina incredulo a bordo campo e… si siede sul tappeto rosso riservato al passaggio dei Reali inglesi. Wembley tuona e fa piovere di tutto. Rattin uscendo vede che le bandierine dei calci d’angolo hanno l’Union Jack. Uscendo ne strizza una. “Animals”, li definì l’allenatore inglese Ramsey prossimo “sir” per l’evidente impresa. Rattin esce. L’Inghilterra vince 1-0. “Non so cosa mi abbia detto … ma mi guardava in modo truce. E così l’ho espulso”, fu la spiegazione dell’arbitro anni dopo.

Gli inglesi esultano. L’Argentina segna sul taccuino.

Sintesi Inghilterra Argentina 1966 con espulsione Rattin

La regina Elisabetta II consegna la coppa Rimet a Bobby Charlton

Negli anni successivi l’Argentina è scossa al suo interno dalla fine del peronismo, e dalla dittatura di Videla che entrò in una Casa Rosada ormai devastata dall’inflazione e dai debiti. «Prima elimineremo i sovversivi, poi i loro collaboratori, poi i loro simpatizzanti, successivamente quelli che resteranno indifferenti e infine gli indecisi.» dichiarava il generale Sain-Jean. E così fu. In migliaia furono torturati, uccisi o “desaparecidi” in quella che fu chiamata “la guerra sporca”. Unica gioia di quel periodo il mondiale vinto nel 1978 grazie ad un magnifico Mario Kempes. E qui entra in scena Galtieri.

Leopoldo Fortunato Galtieri Castelli 

Nipote di immigrati Calabresi, Galtieri faceva parte del golpe del 1976 con Videla. Nel 1981 si reca negli Stati Uniti dove riceve l’endorsement di Reagan, che vede nel “Majestic General” un baluardo contro il comunismo in sud america. Eh, già. Perchè in quegli anni gli Stati Uniti avevano una politica estera particolarmente aggressiva verso i regimi comunisti. Già in Cile si dice avessero armato la mano del generale Pinochet per prendere a cannonate La Moneda, il palazzo presidenziale in cui l’allora presidente Allende morì imbracciando il mitra. Così forse videro in Galtieri il Pinochet argentino, ma la storia ci dice che nel 1981 il generale Videla fu deposto prima dal Generale Viola che durò solo pochi mesi per poi lasciare il posto proprio a Galtieri. E se sei un generale sudamericano e hai problemi di popolarità perché fino a ieri mandavi i militari a prendere la gente perfino mentre era seduta sul cesso di casa per torturarla, ed in più hai l’appoggio degli americani, cosa fai per riconquistare la popolarità? Non c’era ancora Bruno Vespa, quindi fu guerra.

Operazioni di guerra nelle isole Falkland

Ovviamente Brasile e Cile erano fuori dalla portata dell’esercito argentino. Ma c’era un gruppo di isolette, le Malvinas, che il capitano inglese John Strong aveva battezzato Falkland in nome del Visconte di Falkland Anthony Cary. Qui gli argentini avevano già costruito l’aereoporto nell’unico centro abitato, Port Stanley, e gli abitanti neanche avevano diritto di voto nel Regno Unito. Inoltre la proprietà delle isole era già stata reclamata dalla corona di Spagna, che poi, non sapendo cosa farsene, se ne era disinteressata. In quegli anni l’Onu vedeva con una certa indulgenza le annessione post coloniali, soprattutto per le questioni africane, e Galtieri, forte del diritto internazionale che annetteva le ex colonie spagnole all’Argentina, fece la sua mossa. Approfittando della dismissione di due delle corazzate inglesi in appoggio alle isole, le truppe argentine sbarcarono nelle Malvinas tra la meraviglia degli ovini e la sorpresa delle truppe inglesi, le quali riuscirono, per un malcapitato incidente, a contare anche una vittima.

Cartolina della Malvinas

Era uno dei dieci eroi che si barricarono nella casa comunale a difesa della corona britannica. Gli altri nove furono arrestati e rilasciati. Di fronte a cotanta vittoria gli oppositori di Galtieri si placarono. L’Argentina aveva sconfitto la corona brittannica. Le Falkland erano tornate ad essere Malvinas, Port Stanley fu battezzato Puerto Argentino e si impose la guida a destra con non poco sgomento della motorizzazione locale (anche perchè, come tutti ben sanno, poi ti ritrovi con tutti gli svincoli al contrario). Ma Galtieri non aveva fatto i conti con il governo inglese dell’epoca. Ovvero con la “Iron Lady” Margareth Tatcher, che aveva appena fatto ingoiare agli inglesi un piano sociale di lacrime e sangue. Ed ora gli si presentava su un piatto di argento la riconquista della popolarità. Dopo aver chiarito con gli Stati Uniti che dovevano scegliere tra loro e il fantoccio argentino, inviarono nelle Falkland 11.000 uomini a bordo di 127 unità navali tra cui anche 5 sottomarini nucleari. Uno di questi affondò il gioiello della marina argentina, l’incrociatore General Belgrano, causando 300 morti.

Una delle poche foto dell’affondamento dell’incrociatore General Belgrano

Le Malvinas furono bombardate ininterrotamente per 19 ore. Furono 255 le vittime inglesi, 649 quelle argentine oltre a 3 civili. Ovini non calcolati. Fu quella la consacrazione dei velivoli Harrier. Anche in versione elettronica, visto che l’omonimo videogioco vendette 250.000 copie. Non altrettanta fortuna ebbe Falkland ’82, war game strategico a turni. Ovviamente entrambi di marca inglese. Galtieri, dopo aver lasciato diversi messaggi sulla segreteria telefonica della Casa Bianca, fu arrestato per crimini contro l’umanità. L’Argentina era stata umiliata ancora una volta dagli inglesi.

Un Harrier al decollo

E qui arriviamo all’86. Il presidente Alfonsìn stava facendo piazza pulita del regime militare che aveva oppresso il popolo per un decennio. Si affrontava la questione del debito e di come ripagarlo. Insomma l’Argentina si stava rialzando. C’erano anche i mondiali. E qui nessuno si aspettava granché. Mario Kempes si era ritirato, così come uno dei più grandi numeri 10 del calcio argentino. Si chiamava Osvaldo “Ossie” Ardiles. E giocava in Inghilterra. Negli Spurs, o Tottenham per chi non è inglese per quasi tutta la carriera. Tranne nell’82 quando fu rimpatriato a forza a causa della guerra nelle Falkland. Chiamato traditore sia in patria che in Inghilterra. Unico rifugio White Heart Lane. Nel maggio ’86 gli Spurs vogliono omaggiare la carriera del più grande giocatore argentino organizzando un’amichevole con l’Internazionale di Milano. Caso volle che la nazionale argentina era di passaggio a Londra come scalo per un’amichevole con la Norvegia. Il giocatore più talentuoso del tempo, tale Diego Armando Maradona, saputo dell’evento in onore del suo compagno di nazionale ed idolo dei tifosi inglesi ed argentini, accetta di fare un salto al White Heart Lane per giocare uno spezzone di partita. Mancava poco al mondiale in Messico. Ardiles non ci sarebbe stato. Maradona sì. Non si sa se parlarono solo di calcio, o delle Falkland o di cos’altro. Ma di sicuro fu quello il momento in cui Maradona si prese il 10.

Maradona e Ardiles

Maradona e Ardiles

Maradona indossa la maglia n.10

E con quel 10 consacratogli proprio in terra d’Albione, Maradona affronta gli inglesi. Goal di mano. 1-0. L’arbitro non vede. Il portiere inglese Peter Shilton, quello del videogioco, difensore della porta inglese da 10 anni, ad una partita sola dal record di Faban Barthez per numero di partite senza subire goal, è una furia. Gli inglesi circondano l’arbitro. Protestano. Non si capacitano. “El Rata”, ora parlamentare argentino, guarda da casa e ride. Di gusto. Tutta l’Argentina con lui. Maradona in seguito rivelò di aver convinto i propri compagni, in un primo momento fermi, a festeggiare assieme a lui la rete dicendo loro:«Venite ad abbracciarmi o l’arbitro non la convaliderà»

L’esultanza di Maradona al primo goal contro l’Inghilterra

Gli inglesi, quelli che randellavano in nome del “fair play”, non ci stanno. Non si può perdere per una scorrettezza. Ed allora Maradona prende palla, li dribbla tutti e fa 2-0.

Il dribbling di Maradona che si concluderà con il secondo goal all’Inghilterra

L’impotenza sopraffae gli inglesi. Batista era lì in campo. Pensa a tutte le altre leve del ’62 mandate a combattere alla Malvinas. Ora sapete come ci si sente. Avranno pensato milioni di argentini. Poi Lineker farà 2-1 a 10 minuti dalla fine. Ma non cambierà nulla. In Argentina la chiamarono la Mano de Dios. E penso che non si riferivano solo quella di Maradona.

Diego è stato per tutti noi un grande giocatore, per me il migliore, ha avuto momenti nella vita alti e bassi , ma è stato un uomo generoso e caritatevole. Non era un extraterrestre o un super uomo , era l’ultimo dei cavalieri, quando giocava faceva sognare milioni di persone. Se l’Argentina ha saputo rialzarsi da crisi economiche e default finanziari un po lo deve anche a lui. Buon viaggio Pibe de Oro. Pep Guardiola, allenatore del Manchester City, ha commentato così la sua scomparsa,”non importa cosa hai fatto nella tua vita, ma cosa hai fatto per le nostre”.

Questa storia finisce qua, vi lascio in coda il download dei giochi citati.

Rara copertina di Maradona nel gioco Mexico ’86.
Una produzione napoletana dalle casa Alga Soft

Copertina serie italiana Armati MS 219 Handball Maradona


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