Un simulatore di volo è un sistema che tenta di simulare l’esperienza di pilotaggio di un aereo nel modo più vicino alla realtà. Ci sono molti tipi di simulatori che vanno dai videogiochi fino alle repliche in scala reale delle cabine di pilotaggio dei Boeing 737, tutte completamente controllate dal computer. Questi software sono così perfetti che sono in grado di preparare i futuri piloti ai possibili problemi che potrebbero insorgere durante un volo, senza mai rischiare la loro vita.
Ma chi fù il creatore del primo software di simulazione di volo??
Nel 1970 , Bruce Artwick era un giovane studente di Ingegneria Elettrica all’University of Illinois, appassionato di volo e di informatica, si laureò in ingegneria elettrica nel 1975 e conseguì un master in ingegneria elettrica l’anno successivo. Nel maggio 1976 portò per la prima volta un suo progetto come tesi di laurea ” il volo di un modello aereo sullo schermo di un computer”. Artwick dimostrò che era possibile gestire grafica e calcoli una simulazione di un volo in tempo reale. Il computer con cui fece la tesi era equipaggiato con il processore Motorola 6800 a 8 bit.
Nel 1978 la commercializzazione del processore Motorola 6800 segnò un passo importante per l’informatica e finalmente gli studi di Artwick cominciarono a prendere forma . In quell’anno diede un nome al suo progetto e lo chiamò “Flight Simulator”
Artwick conseguì velocemente anche il brevetto di volo e insieme al suo istruttore Stu Moment creò la SubLOGIC. Bruce si occupava della programmazione, Moment della «consulenza tecnica» sulle problematiche del volo. Un binomio che poi si dimostrò vincente al 100%
Gennaio 1980… finalmente era pronta la prima versione «giocabile» del suo prodotto . Più che di un simulatore di volo si trattava in realtà di un giochetto di combattimento aereo . Lo scenario di gioco era diviso al centro da un fiume che ne delimitava un’aerea alleata e un’area avversaria, ciascuna aveva 2 aeroporti, basi logistiche e depositi di carburante, ambientato nella prima guerra mondiale. Lo scopo del gioco era quello di ingaggiare combattimenti aerei e di bombardare le installazioni nemiche sulla sponda opposta, ma anche quello di difendere le proprie basi.
Nel 1981 Flight Simulator divenne così popolare che fu il titolo più venduto in assoluto. Microsoft decise di acquistarlo, pagando profumatamente una licenza per Flight Simulator. Ne uscirono diverse versioni fino al 1982, ognuna sempre più completa e sempre più ottimizzata . La grafica era wire-frame, e aveva una risoluzione di 320 x 200 in 4 colori; il prodotto era venduto solo su cassetta!
Con la nascita di nuovi computer ( Commodore, Atari e PC), Artwick cercò subito di portare la sua creatura su nuove piattaforme con l’intento di sfruttarne la maggiore potenza dei processori, decise cosi di abbandonare il modello della simulazione militare di Fs1 e si concentrò sul volo civile.
Nel 1984 fu finalmente rilasciato “Flight Simulator II” (FS2) per Commodore 64 con una versione su nastro e una su disco. In allegato c’era un manuale di 90 pagine “Manuale di istruzioni per l’uso pilota e manuale di volo dell’aeroplano”, un libro sull’aeronautica, quattro mappe di volo e una mappa di “Quick Reference” a doppia faccia. Sotto godetevi questo raro video di unboxing.
FS2 fu più di un gioco, offriva molti scenari per una simulazione di volo reale. Simulava perfettamente il Piper PA-28-181 Archer II che era dotato di tutti gli strumenti essenziali, ma era possibile anche il volo strumentale IFR. Per la navigazione erano disponibili diverse radio e il beacon ( (un trasmettitore di localizzazione d’emergenza) . Si poteva impostare l’affidabilità dell’aereo e per il controllo si poteva utilizzare sia la tastiera che due joystick, uno per manovrare l’aereo, l’altro per accelerare e frenare.
Attraverso la finestra del cockpit il pilota guardava finalmente un paesaggio “quasi 3D”. Attivando la modalità “radar” si poteva vedere la posizione dell’aereo. Il pilota poteva scegliere se volare di giorno o di notte, dettagli fino all’ora inimmaginabili, due strati di nuvole e quattro livelli di vento. Lo scenario standard copriva tutti gli Stati Uniti (senza Alaska e Hawaii), ma solo 4 aree con i dati: Chicago, Seattle, Los Angeles e New York / Boston. Erano presenti 80 aeroporti, con trasmissioni ATIS ( Le trasmissioni ATIS contengono informazioni essenziali sulle condizioni attuali del traffico aereo, informazioni meteo, le piste attive, gli approcci disponibili e tutte le altre informazioni richieste dai piloti) e una serie di piste con ILS, (atterraggio strumentale) nonché un elenco di frequenze beacon VOR e NDB (radiofaro non direzionale molto diffuso, assieme al VOR, e usato per la navigazione aerea strumentale IFR o per la radionavigazione marittima). Negli anni seguenti fu lanciata una serie di scenari aggiuntivi che non solo conteneva tutti gli Stati Uniti (senza l’Alaska), ma anche parti dell’Europa e del Giappone.
Ma Artwick , anche se fù il pioniere, non fù il solo a cimentarsi sui giochi di simulazione. Tanti provarono ad imitarlo e nel 1983 arrivò un altro grande titolo che si aggiunse alla storia dei simulatori di volo.
Prodotto dalla MicroProse, Solo Flight era scritto da Sid Meier per la famiglia Atari 8 bit e pubblicato nel 1983. Il gioco era una pura simulazione di volo con una modalità chiamata Mail Pilot. La metà superiore dello schermo mostra l’aereo in volo in terza persona, mentre la parte inferiore contiene gli strumenti. Il gioco permetteva per la prima volta sia il volo a vista che il volo strumentale.
Nella modalità Mail Pilot, il giocatore doveva consegnare cinque buste di posta agli aeroporti di destinazione scelti tra i 21 differenti, alla fine della missione veniva assegnato un punteggio basato sulla navigazione e sul tempo impegnato. Poteva anche capitare che durante il viaggio l’aereo subisse guasti meccanici e strumentali.
I simulatori di volo mi hanno sempre affascinato e in molti sognavamo di diventare piloti. Purtroppo i costi elevatissimi per il brevetti di volo ne limitavano gli studi, ma grazie al Commodore 64 ci sentivamo ugualmente felici. Con 5000 lire (il costo di una cassettina pirata) potevamo sognare e spadroneggiare nei cieli. Il nostro idolo era Chuck Yeager ma molti cercavano di imitarlo, specie quando la Microprose commercializzò il gioco F-15 Strike Eagle.
L’idea innovativa della Microprose fu il pilotaggio dal punto di vista principalmente del combattimento. La visuale in prima persona dalla cabina e il paesaggio è mostrato con grafica poligonale. La strumentazione di bordo include molti elementi HUD: il radar, una mini mappa dell’intera area nella parte bassa dello schermo, velocità, giri motore ecc… Il velivolo è dotato di cannoni a corto raggio, due tipi di missili aria-aria, bombe, flare e contromisure elettroniche.
Ci sono varie missioni di difficoltà progressive da affrontare in Medio Oriente e Vietnam. Gli obiettivi primari erano le installazioni di terra, ma durante la missione potevi incontrare anche caccia nemici ed essere colpiti da missili della contraerea. In totale 4 livelli di difficoltà generale.
Il gioco ebbe tre seguiti, F-15 Strike Eagle II (1989, vari sistemi a 16 bit) F-15 Strike Eagle III (1992, DOS) e Super Strike Eagle (1993, SNES). Questo bellissimo gioco rimase per molto tempo unico nel suo genere con una grafica che per allora era incredibile.
Altro volo… Anno 1987 … Chi è che non ha mai giocato a “Battle of Britain?” la Battaglia d’Inghilterra? Un altro grande classico di simulazione per Commodore 64 e non solo. Un gioco strategico in tempo reale dove nelle vesti di un pilota della Royal Air Force combattevi contro la Luftwaffe tedesca a bordo dello tuo Spitfire o del tuo Hurricane.
La visuale in prima persona ti permetteva di colpire i nemici con inseguimenti mozzafiato. Ma se un nemico ti appariva nello specchietto retrovisore non avevi scampo e non rimaneva che farti il segno della croce.
Un altro bellissimo gioco era The Dam Busters. Sulla falsa riga dell’operazione Chastise, “castigo”, ricorda la missione della RAF nel Marzo 1943 condotta dal 617 squadrone. L’obiettivo è la demolizione delle dighe tedesche sui fiumi Eder, Sorpe e Mohne al fine di inondare le zone circostanti, ricche di impianti industriali.
Tre le missioni disponibili, tutte di diverse difficoltà. Durante il tuo volo controllavi il bombardiere in ciascuna delle sette posizioni dell’equipaggio: pilota, cannoniere frontale e di coda, navigatore, ingegnere, comandante di squadrone e infine come addetto al puntamento della bomba. Lasciare una di queste posizioni incustodite durante un combattimento spesso significava la morte della persona in quella posizione. Per eseguire un bombardamento di successo dovevi pensare a tutto, anche alla velocità e all’altezza del bombardiere. A volte eri costretto ad affrontare altre emergenze, come ad esempio gli incendi del motore.
Durante la missione dovevi fronteggiare diversi attacchi aerei , da terra i proiettori nemici cercavano di puntarti dando il tiro giusto per la contraerea . Durante il volo dovevi inoltre stare attento a non urtare uno dei tanti palloni di sbarramento. I vari eventi lampeggiano lungo il bordo dello schermo e indicano il tasto da premere per portarti alla stazione che necessita di assistenza. Ad esempio, quando eri puntato dalle luci di ricerca nemiche, dovevi prontamente equipaggiare la postazione del cannoniere e sparare ai proiettori a terra. Una volta raggiunto l’obiettivo finale, ti vengono presentati i luoghi di bombardamento resi famosi dalla storia. Quando attivi la bomba, viene mostrata la sua animazione quando rimbalza lungo il lago e colpisce (o non colpisce) la diga.
Per ultimo voglio ricordare un’altro simulatore di volo… Spitfire ’40, ambientato anche questo nella battaglia d’Inghilterra. Pubblicato nel 1985 venne sviluppato dall’azienda Ungherese Novotrade , il gioco fu poi venduto alla britannica Mirrorsoft. Questo gioco aveva un audio che ti trasportava come in un vero combattimento, e una grafica che a me faceva impazzire. In primo piano potevi scegliere se avere il quadro comandi con la cloche del pilota, o la visuale in prima persona dall’abitacolo verso l’esterno. Il cruscotto era molto dettagliato e comprendeva livello carburante, tachimetro frontale e ascensionale, orizzonte artificiale, contagiri, bussola, altimetro, indicatori di scivolata, virata, timone e beccheggio, spie luminose. La visuale esterna era raffigurata con paesaggio semplice e geometrico, fissa sul davanti e dotata di specchietto retrovisore.
Iniziando il gioco potevi scegliere tra decollo e atterraggio senza nemici oppure il combattimento direttamente in volo, contro aerei con difficoltà crescente. Le missioni vere e proprie consistono sempre nello scramble. Il compito era decollare e intercettare gli aerei tedeschi nelle vicinanze e poi fare rientro alla base. Variano solo il numero e la posizione iniziale dei nemici, che vengono comunicati all’inizio della missione. La critica, almeno in versione Commodore e Amstrad, apprezzò molto la realizzazione del cruscotto, ma non quella della visuale esterna, dove, in particolare su Commodore 64, l’animazione del paesaggio era troppo lenta con un aggiornamento di un secondo circa.
Furono fatte altre versioni del gioco. Nelle versioni BBC Micro ed Electron fu tolta la divisione in due schermate e sostituita con una schermata unica con il finestrino in alto e il cruscotto in basso. Per i movimenti di base della cloche e per sparare con le mitragliere si utilizza il joystick , mentre diversi tasti erano necessari per regolare la potenza del motore, inclinare il timone, attivare i flap ,il carrello e i freni .Si può inoltre visualizzare a parte la mappa dell’Inghilterra sudorientale, con la posizioni dello Spitfire e del nemico, e con tre zone zoommabili per maggior dettaglio; la modalità mappa ha anche l’effetto di mettere in pausa la simulazione. Dopo ogni missione completata era possibile salvare i propri progressi su disco o cassetta. Accumulando vittorie il pilota poteva ottenere promozioni e decorazioni.
Bene questo specialino finisce qui, come al solito vi lasciamo al divertimento , di seguito nel download troverete non solo tutti i giochi citati, ma molti, molti altri… 🙂 A presto!!!
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