Ciao amici di DumpClub 64, vi ricordate la serie dei Magnifici Sette? Esattamente, quelle stupende cassette piene di videogiochi che si trovavano in edicola. Questa storia parte da lontano, sedetevi comodi!
Il sogno di un adolescente
Feci la conoscenza del Commodore 64 nel Natale del 1986, quando mio zio ne acquistò uno nuovo fiammante e ci invitò a vedere quella meraviglia tecnologica. Fino a quel giorno avevo utilizzato un Vic20 a scuola: un’ora alla settimana veniva un saccente tizio occhialuto ad illustrarci i primi rudimenti di Basic e, dopo le spiegazioni, ci faceva fare pratica. Vedere il biscottone in azione è stato come entrare in un tunnel e partire per un viaggio nel tempo. Capii che sarebbe stato qualcosa che mi sarei portato dietro per sempre. A livello di videogames, fino a quel giorno, dovevo aspettare l’estate per andare nella sala giochi del mare sotto casa, in quel di Jesolo.
Da quel giorno il sabato andavo sempre da mio zio a giocare, con mia cugina, a capolavori come BC, Aztec e International Soccer di Andrew Spencer. I restanti sei giorni della settimana li passavo ad aspettare il sabato e a chiedere ai miei genitori quando avremo potuto averne uno anche noi.
Il Natale che non scorderò mai
I giorni passavano e io sognavo quel fantastico computer. Passavo da una vetrina di un negozio di zona all’altra. Nella banda di Borgo San Paolo il primo a possedere un Commodore 64 fu Adriano, a metà del 1987. Noi meno fortunati, quando non eravamo a casa sua, andavamo da Marchisio in Via Pollenzo a vedere girare le demo in rigoroso silenzio. Un pomeriggio d’ottobre di quell’anno mio padre mi portò a fare un giro da Abba computer “Così, tanto per farci un giro”. Era una bugia: mentre io mi perdevo tra i monitor lui ne aveva ordinato uno.
Fu così che quel Natale, sotto l’albero ricco di decorazioni e lucette colorate, apparve un pacco decisamente più grande degli altri, con altri due piccoli messi vicino. Quell’anno Babbo Natale mi portò il Commodore 64, un datasette e un fantastico Joystick Competition Pro trasparente.
Vivere in un sogno
Non mi sembrava vero, avevo anche io un Commodore 64. Mia cugina mi prestò alcune cassette, perché non sapevamo ancora si potessero copiare. Oltre al sopra citato BC, Aztec e il mitico soccer, in una cassetta trovai Ski, un gioco di sci, e Spy vs Spy, che mi impegnò non poco.
Un sabato mattina del mese di gennaio, come capitava spesso, andai con mia mamma verso il mercato di Via di Nanni e ci fermammo alla solita edicola in Corso Peschiera. Mentre eravamo in coda per acquistate Tv, Sorrisi e Canzoni io fui totalmente rapito da una rivista con cassetta che era messa davanti ad altre: I Magnifici Sette. Mia mamma si accorse di avermi perso e mi chiese “C’è qualcosa che ti interessa?”. Non parlai, semplicemente presi quella rivista: era il numero 30, anno terzo.
I Magnifici Sette numero 30
La mattinata continuò come da copione ma per me finì in quell’istante. Intorno a me era come non ci fosse più nulla se non quella rivista nel cellophane e la cassetta. Arrivato finalmente a casa, e mangiato in fretta e furia, mi catapultai in camera mia e finalmente spacchettai tutto. Ero stregato da quella piccola rivista con le foto dei giochi e le loro descrizioni. Mentre la sfogliavo il biscottone aveva già iniziato il caricamento del primo titolo.
Non avevo idea che dietro a nomi di fantasia, I Magnifici Sette potesse nascondere giochi che hanno fatto la storia. Io credevo di avere caricato Karate Master, non sapevo di avere davanti sua maestà Internationa Karate +, per il sottoscritto il miglior picchiaduro di sempre. Rimasi tutto il pomeriggio su questo titolo, volevo vedere anche gli altri giochi ma ero letteralmente stregato da quel fondale, dalla bellezza di quel gioco e dai dettagli. E pensare che lo vedevo su un TV in bianco e nero, collegato col cavo antenna e sintonizzato sul 36. Ma sapevo a memoria le foto del giornalino e lo convertivo a colori. E che dire dalla musica stratosferica? Un autentico capolavoro del maestro Rob Hubbard, una vera lezione di come si deve far suonare il SID.
Una domenica a sognare
La domenica la passai a vedere tutti i giochi della cassetta allegata e a leggere e rileggere il giornalino. Il primo articolo era su Re-bounder, ovvero il buon vecchio Bounder rivitaminizzato dalla Gremlins. Si prosegue poi con Slap Fight, conversione della Imagine del bel coin op di Taito. Con Knight Orc ci spostiamo nel campo delle avventure grafiche a tema fantasy, mentre con Traxxion veniamo catapultati nello spazio, alla guida di un carro che si muove su dei binari. Il penultimo articolo parla del gioco Laurel & Hardy, del quale Cristina Barigazzi scrisse ottime parole ma che per il sottoscritto era un gioco orribile.
L’ultimo gioco trattato è Pirates of the barbary coast, un buon gioco di commercio a tema piratesco. Chiude il numero cartaceo l’immancabile Mercatino di Hardware, selezione di annunci dei lettori di scambio e compravendita di software e hardware. In tempi in cui Internet era la fantascienza queste rubriche, presenti praticamente ovunque, erano preziose per noi, e I Magnifici Sette era in linea!
I Magnifici Sette, proseguendo nel lato A
Ovviamente anche la scoperta dei giochi proseguiva senza sosta. Per noi pionieri di quei tempi i caricamenti non rappresentavano un problema, a patto che non si bloccassero a due giri dal termine. Erano un momento di relax, durante il quale si leggeva un giornale di videogames o, se in compagnia, si facevano due chiacchiere. Non c’era ansia, non c’era fretta: tutto era vissuto come una sorta di rito.
Il secondo gioco del lato A era tal Labirinth, nome trucido dietro il quale si nascondeva Knightmare. Ma non quello bello, qui abbiamo a che fare con un gioco dove dovremo vagare, piuttosto casualmente, in un castello popolato da creature bizzarre.
Il terzo gioco era decisamente meglio: Mantaray, ovvero Kromazone di Mastertronic. La descrizione del gioco è inventata di sana pianta ma poco importa. Qui dovremo controllare una nave stellare e sparare ad ogni ostacolo ci si pari davanti. C’è molto Space Harrier in tutto questo, a partire dal fondale a quadrettoni in scrolling, e passando per gli schemi con cui apparivano i nemici.
L’ultimo gioco del lato A è Microflipper, alias del più conosciuto Micro Ball. Trattasi di un ottimo gioco di Flipper del quale serbo dei ricordi nostalgici. Ricordo che fu il gioco che avvicinò i miei genitori al mondo Commodore: spesso mi chiedevano una sfida al Flipper, visto che potevano giocarci fino a quattro persone in modalità alternata. Ora loro non ci sono più ma caricare questo gioco mi da l’impressione di averli di fianco a me, pronti alla sfida.
I Magnifici Sette, passando al lato B
Il secondo lato della cassetta “I Magnifici Sette” si apre con Commando One, più conosciuto come Star Lifter e facente parte della serie di titoli economici di Mastertronic. E’ un discreto shoot em up con scrolling bidirezionale con inerzia alla Uridium (concedetemi il paragone). Potenzialmente poteva essere un ottimo gioco, penalizzato da una scelta cromatica degli spari decisamente infelice, che rende spesso invisibili i colpi nemici.
Si prosegue con Mission Asteroid, che altri non è che il mitico Freddy Hardest della Imagine Software. Adoravo questo gioco: guidare un playboy spaziale sulla superficie di un pianeta alieno mi esaltava! Dell’originale qui abbiamo solo la prima parte, ma ci bastava alla grande per sognare!
L’ultimo gioco del lato B è il gran finale, una bomba pazzesca che ci tenne incollati al Commodore 64 per mesi. Sotto le mentite spoglie di Basket Master si nascondeva sua maestà Street Sports Basketball. Anche qui era in forma ridotta, nel senso che era presente solo il campetto delle villette, ma il divertimento, specie in doppio, era immenso.
Essere parte di qualcosa di grande
Il lunedì andai a scuola emozionato: nello zaino Invicta avevo portato la rivista e la cassetta. Nella classe c’erano tre possessori di C64, uno con il C128 e un paio di ragazzi che usavano l’Apple II di famiglia. La mattina, prima di entrare in classe, feci il gesto che ti faceva sentire parte del movimento: tirai fuori fiero rivista e cassetta e dissi “Raga, qualcuno la vuole provare?”. Fui accerchiato dai ragazzi marchiati Commodore, i quali mi diedero grandi pacche sulla schiena facendomi i complimenti. “Oh ma guarda qui, che botta di culo! La prima cassetta che compra e ha trovato un capolavoro come IK+” disse uno di loro, aggiungendo “Se me la lasci faccio una copia per tutti”.
Ero entrato nel giro della condivisione, perché per noi si trattava solo di quello. Loro erano più organizzati del sottoscritto, ma io imparavo in fretta: mi procurai subito la periferica che mi permetteva di connettere due datasette e poco dopo arrivò anche il secondo lettore, un Magnum pagato veramente poco dagli amici di Via Pollenzo.
Riflessioni del Biker
Ho voluto scrivere il mio primo articolo per questo fantastico gruppo di appassionati partendo da una cassetta. Non una qualsiasi, ma LA cassetta che mi proiettò definitivamente in questo mondo. I Magnifici Sette furono il trampolino della mia passione nascente, mi lanciarono nel pianeta del Commodore 64 e del suo multiverso che ancora oggi non smette di stupire. Ho voluto onorare questa cassetta, una di quelle dell’edicola; proprio come quelle che DumpClub64 riporta in vita per preservarne il ricordo e tramandarne i contenuti.
Ma non una qualunque, semplicemente quella a cui sarò sempre grato. Dopo 35 anni, mi sono sdebitato con essa e con il destino, che quella mattina, in quell’edicola, guidò il mio sguardo su quello scaffale.
A presto amici lettori, Mic the Biker vi saluta e vi da appuntamento al prossimo articolo. Ora qualche consiglio per voi direttamente dalle pagine di DumpClub64.
ARMATI PITFALL 2 – Konami’s Arcade Collection
Cliccando sul download potrete tornare indietro nel tempo a quel freddo Gennaio 1988 e ritrovare il mio sogno da adolescente ora in formato htap e tap.
Buon divertimento.
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3 Commenti
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Articolo strepitoso.. Una continua proiezione avanti e indietro nel tempo mentre la “cpu delle emozioni” passa dalla nostalgia all’eccitazione e alla commozione. Rimane davvero quel senso di condivisione e di essere ancora parte di una specie di miracolo ad occhi aperti, un sogno che non ha classi sociali, suddivisioni o livelli di istruzione.. Una marea inarrestabile dove ognuno è sia goccia che oceano.. E questo componimento ben restituisce questo “qualcosa di indescrivibile”… Grazie
È difficile commentare le emozioni narrate da Mic nel sul articolo, davvero ben scritto!
È un tutto nel passato e solo chi ne ha fatto parte può rivivere le sensazioni e i brividi di quei momenti!
Leggendo tornano alla mia mente esattamente le sensazioni ed i sentimenti in un passato remoto pieno di curiosità e di speranze.
Grazie Mic, mi hai fatto emozionare 👍
Grazie mille Steve. E’ il premio più grande leggere che qualcuno si è emozionato a leggere il mio articolo, che alla fine racconta semplicemente un episodio della mia vita che resterà indelebile e che cambiò tutta la mia visione del mondo da li in avanti. Grazie a te di avermi letto, e dei complimenti!! Keep the spirit alive! Mic