Pitstop II

“Sedentarietà velocissima dello chauffer semisdraiato nel volante saturno nell’anello girare girare fare del piede al lontaniissssssimo piedino azzurro delle più folli velocità glou glou glou d’aria in bottiglie-orecchie vento ventriloquo [..] tenere il pedale all’organo russante, dei chilometri respirati in un soffio risoffiati lontano, [..] respingere con piede destro acceleratore lontananze +1000 profondità + 300000 resistenze della terra alle stroffffinanti velocità offrirsi offrirsi pan-pan-traaak tatatraaak”
(Citazione dall’opera letteraria “Zang Tumb Tuum” del futurista italiano Filippo Tommaso Marinetti)

Il cielo è terso, sgombro di nuvole. L’aria, resa incandescente dal riverbero del sole a picco, è ferma, immobile, senza vita. Sulla pista, in lontananza un riflesso tremolante compare all’orizzonte, un fragore sordo rompe il silenzio irreale nell’autodromo desolato. L’asfalto inizia a sussultare, le gradinate deserte degli spalti vibrano all’unisono mentre il bolide sfreccia supersonico lungo il rettilineo del traguardo. Una mano lascia partire il cronometro che brilla sotto il sole accecante mentre una folata di vento e di fumo inghiotte ogni cosa.

Nooooo! Non si tratta di una Cut-Scene di F1 2000 o di qualche altro titolo di gare automobilistiche per PlayStation ma di Pitstop II per Commodore 64, pubblicato nel 1984 dalla Epyx, l’indimenticabile Software House di Mission Impossibile e di Summer Games.

PitStop II, di  Stephen H. Landrum & Dennis Caswell,  è stato il primo gioco di corse ad introdurre lo split screen, ovvero la suddivisione orizzontale dello schermo in due porzioni, una per ogni giocatore, in modo che i due corridori potessero seguire, nello stesso momento, oltre la propria corsa anche quella dell’avversario.

Un idea geniale che introduceva la possibilità, impensabile fino a quei tempi, di vivere in tempo reale ogni istante della sfida tra i due veicoli in un adrenalinico testa a testa fino all’ultimo respiro, un coinvolgimento cosi efficace e perfetto che neanche una possibile terza persona spettatrice della gara riusciva suo malgrado a non rimanerne vittima. Ecco quindi la formula magica che nonostante siano passati addirittura vent’anni rimane ancora attualissima e vincente!

Oltre a quest’aspetto però tante altre componenti intervengono nel rendere immortale questo classico per Commodore 64!!!

Il brivido del confronto e della gara con l’avversario, la tensione continua fino all’ultimo secondo, la suspence per un possibile imprevisto o fuori pista che può in ogni istante cambiare o rovesciare completamente l’andamento della corsa, il controllo dei consumi del carburante e delle gomme da amministrare durante la gara, la strategia del rifornimento, del consumo dei pneumatici, il brivido di uscire dalla fermata ai box qualche momento prima del nostro avversario,  la concentrazione assoluta da mantenere sempre fino all’ultimo metro prima del traguardo,  e mille altri fattori che rendono assoluto il coinvolgimento nel gioco!

Ma senza esitare ulteriormente entriamo nel vivo del gioco:
Appena terminato il velocissimo caricamento ci troviamo di fronte ad un menu con varie opzioni di scelta; il numero dei giocatori (scegliendo un solo giocatore si gareggerà con il computer), la scelta tra sei tracciati di gara, compresa il mitico tracciato di Vallelunga con il suo rettilineo d’antologia, e infine il livello di difficoltà. 

Dopo aver scelto queste opzioni siamo pronti per essere catapultati nel pieno della gara. Eccoci così di fronte alla grande sorpresa di Pitstop II: il quadro è diviso orizzontalmente a metà, una porzione per ogni giocatore, ognuna con i suoi indicatori della velocità, del tempo e del carburante. Le due visuali delle due macchine sono mostrate nello stesso momento e per ogni istante di gara e ognuno dei due saprà sempre dove l’altro si troverà durante la gara.

Che la sfida abbia inizio!

Naturalmente come nella realtà non vi troverete mai di fronte degli avversari integralmente decuberteniani e cosi preparatevi a lottare durante i testa a testa perché gli altri concorrenti tenteranno di buttarvi fuori pista, di chiudervi la traiettoria o di stringervi.

Così se il gioco si fa sporco stringete i denti e resistete e attenzione perché durante gli scontri o anche solo per aver toccato il cordolo i vostri pneumatici potrebbero danneggiarsi, soprattutto a velocità elevate. Toccare a 251km/h un cordolo potrebbe far esplodere le gomme e la vostra gara terminerebbe all’istante per ritiro!

Il consumo delle gomme è indicato dal cambio di colore del riflesso dello pneumatico: man mano che il danno aumenterà si passerà dal nero a sfumature sempre più chiare fino a giungere al bianco che comporterà la disintegrazione della mescola. In ogni modo le gomme sono abbastanza resistenti e una guida accorta può consentirvi di raggiungere i box per la sostituzione.

Un altro fattore importante durante la condotta di gara è il consumo del carburante: maggiore sarà la velocità e maggiore sarà il consumo, e quindi risulta importante pianificare una tabella dei consumi per ogni gara per decidere il momento giusto per il rifornimento ai box.

I controlli della macchina sono facilissimi: destra, sinistra, acceleratore e freni. C’è anche la possibilità di usare il turbo, premendo il pulsante di fuoco: questa vi darà una grande accelerazione e velocità, importantissimo durante l’inizio della gara.

Durante la gara inoltre avete a disposizione la mappa del percorso in un piccolo box sulla parte destra dello schermo che vi informerà continuamente sulla vostra posizione e sull’andamento della pista.

Vorrei concludere questa recensione parlandovi di due aspetti estremamente interessanti di questo piccolo gioiello della Epyx.

Il primo è l’intelligenza artificiale del computer. Curata in tanti piccoli dettagli, come ad esempio nel rifornimento ai box (davvero impressionante per il 1984), oppure nelle diverse personalità delle altre macchine in gara: le macchine gialle e verdi spesso hanno tendenze omicide e cercano di buttarti fuori pista.

Il secondo aspetto che merita una nota particolare è lo scrolling della strada. Leggendo un’intervista a Stephen Landrum, ho saputo che lo schermo viene aggiornato 60 volte al secondo, rendendo scorrevole il movimento e facendo muovere gli sprites a qualsiasi velocità. Indifferentemente dal più veloce al più lento, ogni elemento del gioco viene così visualizzato alla perfezione.

Competizione, pura e semplice competizione! Questo sono le corse automobilistiche! È questo quello che si suppone che siano. Non puoi rilassarti quando ti trovi in testa, perché tu sai che il tuo avversario è proprio dietro di te pronto a cogliere ogni tua indecisione, ogni tuo sbaglio. Non sai quando ti attaccherà, né quando proverà a superarti. Ecco un’altra curva: sarà quella decisiva o aspetterà la prossima?

Pitstop II è una corsa automobilistica a tutto gli effetti, non è soltanto un gioco!

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