L’animale più veloce sulla terra è il GHEPARDO, in grado di raggiungere i 115 km/h e mantenerli per qualche centinaio di metri (il tempo necessario ad agguantare la preda che solitamente è la sfortunata Gazzella di Thompson).
Non c’è da stupirsi che una figura capace di simili imprese sia entrata nell’immaginario collettivo dell’uomo a simboleggiare l’idea del più forte che sopraffà il più debole, regola base e caposaldo incrollabile della nostra moderna società basata sul denaro e sui consumi. Un animale elegante, sinuoso, snello, bellissimo e quindi vincente che decisamente non è paragonabile alla comune, anonima, non alla moda e probabilmente anche poco profumata gazzella di Thompson che l’uomo ha prontamente pesato e trovato mancante.
Personalmente nutro un grande rispetto per la gazzella di Thompson. Vorrei vedere voi a sfuggire ad un killer professionista nel Serengeti che in lingua swahili significa “la grande pianura”. Una partita a scacchi senza alcun possibile riparo contro un proiettile lanciato a oltre 100 km/h che la gazzella molto spesso riesce a schivare contrapponendo alla velocità, e quindi alla forza, l’ingegno, la volontà, quella che in natura viene chiamata motivazione. La gazzella sa che non può battere il ghepardo sul suo stesso terreno e quindi adotta una strategia alternativa: inizia a correre e a saltare in tutte le direzioni disorientando la folle corsa del suo diabolico inseguitore che da lì a poco, gradualmente ma inesorabilmente, perderà le forze per il suo drammatico dispendio energetico. Non voglio fare l’avvocato del diavolo ma tra i due contendenti Io sono dalla parte della gazzella e quando mi sento dire che non sono più il ghepardo di una volta, una tipica espressione romana volta a denigrare bonariamente le défaillance del prossimo, sorrido pensando che il mio interlocutore-ghepardo non si è accorto del mio odore di gazzella. Per questo motivo, mentre riflettevo sull’ennesimo sabato pomeriggio uggioso (che giornata ragazzi!!!) ho deciso di scrivere una recensione sul mio videogioco-gazzella preferito.
Per C64 devo dire sono stati fatti (e continuano ad essere sviluppati) giochi bellissimi, che esaltano la potenza di questa gloriosa macchina sia sul piano della grafica che del sonoro e che, quindi, sono entrati a pieno merito nella leggenda come i migliori di sempre! Però questi criteri, secondo me, qualche volta non bastano a precludere ad un videogioco l’entrata nella maestosa sala del Valhalla dei videogames a 8bit.
Alle volte basta anche una grafica discreta e un sonoro ridotto all’osso ma con un gameplay dallo spirito avventuroso per spalancare le porte dell’immaginazione e del divertimento.
Se poi hai appena 7 anni allora puoi contare su delle possenti ali della fantasia per tuffarti in eroiche ed intrepide gesta… e fu così che mi innamorai di BLUE MAX!
Sviluppato nel 1983, agli albori della produzione video ludica del C64, dalla Synapse, Blue Max ci catapulta nei panni del pilota Max Chatsworth, asso dell’aviazione Inglese della Prima Guerra Mondiale ed autentica spina nel fianco dell’aviazione tedesca che come premio per il suo abbattimento era arrivata ad offrire la più alta decorazione Prussiana: la “Pour le Merite” informalmente chiamata Blue Max, che così valse a Max il soprannome di “BLUE MAX”.
Lo scopo del gioco è semplicissimo: nella carlinga di un biplano Sopwith Camel siamo impegnati in missioni che consistono nell’abbattere tutti i nemici che incontriamo e nel bombardare svariati obiettivi di terra come ponti, installazioni, fabbriche, batterie antiaeree, carri armati e navi da guerra. Quando si viene colpiti dagli aerei nemici o dalla micidiale contraerea si subiscono severi danni che possono mettere fuori uso l’utilizzo delle armi o causare la perdita del carburante. Periodicamente però è possibile atterrare nelle basi alleate per rifornirsi di benzina e munizioni e per riparare gli eventuali danni subiti. Interessante è la possibilità di volare anche dopo avere esaurito il carburante sfruttando il volo planato nel tentativo di raggiungere ugualmente la pista d’atterraggio.
Blue Max, come alludevo in precedenza, effettivamente ha un sonoro alquanto povero: oltre al tema della schermata di partenza, che all’epoca mi lasciava alquanto interdetto ma che in età adulta scoprii essere una canzone patriottica inglese (Rule Britannia), presenta degli scarni effetti sonori ma che comunque fanno il loro dovere! La grafica benché abbia il suo fascino e la sua dignità non presenta moltissimi colori e non eccelle certo nei particolari, però lo scorrimento isometrico stile Zaxxon (il programmatore, Peter A. Adams, in effetti è lo stesso che metterà mani alla conversione per C64 del celebre gioco ARCADE) rende il gameplay dinamico e coinvolgente.
Il decollo e l’atterraggio durante le missioni conferiscono ritmo al gioco e anche un bel po’ di cardiopalma visto che in questa delicata fase ci troviamo completamente vulnerabili ad eventuali bombardamenti di aerei nemici.
In definitiva il gioco è davvero piacevole ed il divertimento è assicurato!
Blue Max suscitò anche alcune controversie che portarono addirittura al suo divieto in Germania visto che nel corso delle missioni si finiva per bombardare anche case ed edifici civili.
Pensandoci bene, alcune decine di anni dopo, devo dire che potrebbe apparire non molto educativo abbattere ogni velivolo che incontriamo e bombardare qualunque costruzione sul terreno… ma almeno per quanto mi riguarda nei videogiochi a 8bit la fantasia non aumentava la realtà ma la stravolgeva. E poi personalmente non sognavo di essere il Barone Rosso, asso degli assi dell’aviazione tedesca oppure George Peppard (l’interprete del Colonnello Hannibal Smith nella serie televisiva A-Team) nel film “La caduta delle Aquile” ma semplicemente Snoopy che al comando della sua cuccia a motore e con una sciarpa rossa al collo scendeva in picchiata sopra il campo da Baseball dei bambini del suo quartiere!
A distanza di tanti anni mi capita spesso di fare una partita a Blue Max che grazie ai suoi 80 blocchi scarsi trovo sempre in qualche raccolta di giochi e benché lo veda comparire raramente nella Top 100 dei giochi per C64 per me rimane uno dei miei preferiti!