37° Dumping

Immagina di essere un appassionato del Commodore 64, immerso nei mondi digitali di giochi e programmi che hanno segnato un’epoca. Ora, pensa a come queste esperienze possano intrecciarsi con le affascinanti leggende del Cilento, creando un ponte tra passato tecnologico e tradizioni millenarie. Penserai: “Che ci azzecca?” Gli amanti del Commodore 64 sono spesso persone con una grande pazienza e passione per le storie e la narrazione, proprio come le leggende cilentane che raccontano di sirene, eroi e antiche civiltà. Entrambi i mondi, seppur diversi, condividono un amore per le storie che ci trasportano in luoghi lontani e tempi remoti.

Immagina di giocare a un’avventura grafica sul tuo Commodore 64, dove il protagonista deve risolvere enigmi ispirati a pirati e alle leggende del Cilento. Forse dovrai aiutare Palinuro a trovare la sua strada o scoprire i segreti nascosti nella torre del castello di Castellabate. Ogni floppy disk potrebbe contenere un frammento di queste storie, trasformando il gioco in un viaggio attraverso la mitologia e la storia cilentana.

In questo modo, la passione per il Commodore 64 e l’amore per le leggende del Cilento si fondono, creando un’esperienza unica che celebra sia l’innovazione tecnologica che la ricchezza culturale. È un modo per mantenere vive le tradizioni, rendendole accessibili e affascinanti per le nuove generazioni di appassionati di tecnologia e storia.

Cari amici, vi diamo il benvenuto a questa nuova sessione di dumping. Oggi ci riuniamo per celebrare e preservare un altro pezzo di storia informatica che ha segnato la nostra infanzia e adolescenza. Grazie agli amici di Camerota (SA) che ci hanno inviato i loro preziosi floppy disk, abbiamo ora l’opportunità di condividere e rivivere tutti assieme quei momenti magici passati davanti allo schermo a 8 bit. Un ringraziamento speciale va a tutti coloro che hanno contribuito a rendere possibile questa sessione, condividendo i loro ricordi e materiali. Come le leggende Lusitane che tramandano storie di coraggio e avventura, anche noi ci impegniamo a preservare e raccontare le nostre storie digitali, affinché non vadano perdute nel tempo.

Cilento, terra di miti e di leggende

Il Cilento, una perla nascosta nel cuore della Campania, è la meta ideale per chi desidera una vacanza che combini bellezze naturali e affascinanti leggende. Questa regione, riconosciuta come Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, offre panorami mozzafiato, spiagge incontaminate e borghi pittoreschi, abitati da persone fiere e ospitali. Ogni angolo del Cilento racconta una storia, come quella della ninfa Leucosia, il cui canto incantava i marinai, o del nocchiero Palinuro, fedele compagno di Enea, che trovò una tragica fine su queste coste. Questi racconti, tramandati di generazione in generazione, includono storie di lupi mannari, streghe, fate che tessevano tele incantate e chiocce dai pulcini d’oro. Creature magiche e leggende di licantropia che ormai fanno parte di un patrimonio culturale che ancora oggi vive nella memoria collettiva.

Ecco i luoghi e le storie più insolite del Cilento:

L’isola delle sirene

Uno dei miti più celebri è quello delle sirene dell’Odissea. Queste creature mitologiche, secondo il poema omerico, intonavano un canto irresistibile che faceva impazzire i marinai, conducendoli alla morte per annegamento. Per ascoltare il loro canto senza soccombere, Odisseo si fece legare all’albero maestro della nave, mentre i suoi compagni, con le orecchie tappate di cera, continuarono a navigare. L’isoletta menzionata da Omero potrebbe essere quella situata di fronte a Punta Licosa, vicino a Castellabate. Il nome Punta Licosa deriva dal greco “Leukosia”, che significa “bianca”. La leggenda narra che Leukosia fosse una delle tre sirene incontrate da Odisseo.

Punta Licosa

Il nocchiero Palinuro

Virgilio narra la storia di Palinuro, il nocchiero di Enea, tradito dal Dio Sonno e caduto in mare durante una notte di navigazione. Per tre lunghi giorni e tre notti il naufrago si ritrovò in balia della tempesta. Una volta giunto a riva, con il corpo completamente ricoperto di alghe, venne scambiato dagli indigeni del luogo per un mostro marino, e di conseguenza ucciso e abbandonato alle intemperie. Da questo mito deriverebbe il nome Capo Palinuro.

Secondo una versione meno popolare del mito di Palinuro, egli cadde in mare poiché invaghito della ninfa Kamaratòn. Non essendo ricambiato dalla ninfa, trafitto dal dolore, chiese a Morfeo un sonno che potesse ristorarlo dalle sue pene. Tuttavia, una volta addormentatosi, cadde in mare e annegò. A quel punto la dea Venere, avendo seguito l’accaduto, punì Kamaratòn per la sua mancanza di tatto, trasformandola nella collina su cui successivamente sarebbe sorta Camerota.

Gli Argonauti nel Cilento

Importante ricordare il ruolo del Cilento nel mito degli Argonauti. Si narra che Giasone e i suoi compagni, dopo la conquista del famoso Vello d’Oro, fuggiti dalla Colchide, uno stato nella regione del Caucaso, si fermarono alla foce del fiume Sele. Qui avrebbero fondato l’attuale Santuario di Hera Argiva per ingraziarsi la dea.

Il fantasma di donna Isabella Villamarino

Si racconta che il fantasma di Donna Isabella Villamarino, moglie di Ferrante Sanseverino principe di Salerno, nobile del XVII secolo, infesti il castello di Rocca Cilento. La leggenda narra che Isabella fu uccisa dal marito geloso e che il suo spirito vaghi ancora tra le mura del castello. La donna si gettò giù dalla Molpa a seguito della condanna a morte del marito e della confisca dei beni.

Le Janare

Le Janare sono streghe nate dalla tradizione contadina beneventana, protagoniste di numerosi racconti. Si trattava di donne che possedevano la conoscenza dell’occulto e dei riti magici, come le fatture e il malocchio, capaci di rovinare la vita. Ancora oggi incutono timore e rispetto. Il loro nome deriva secondo alcuni da “Dianara”, cioè sacerdotessa di Diana, dea della caccia, oppure secondo altri dal latino “Ianua”, che significa letteralmente “porta”. Secondo la tradizione, infatti, bisognava collocare davanti alla porta una scopa di miglio capovolta o un sacchetto con grani di sale, contando i quali la strega avrebbe indugiato fino all’alba, quando la luce, sua acerrima nemica, l’avrebbe costretta a fuggire via, lasciando così in pace gli abitanti di quella casa o di quella camera in particolare.

Le storie fantastiche ci trasportano in mondi incredibili, pieni di avventure e meraviglie. Sono un rifugio per l’immaginazione, dove tutto è possibile e ogni limite può essere superato. Il Commodore 64, con la sua magia tecnologica, ha aperto le porte a infinite possibilità creative. È stato il compagno di viaggio di molti sognatori, programmatori e giocatori, lasciando un’impronta indelebile nella storia dell’informatica e nei cuori di chi ha avuto la fortuna di usarlo. Grazie a chi ci segue e a chi ha ancora il coraggio di condividere gratuitamente perché questo ci permette di continuare a esplorare e creare nuovi mondi, proprio come facevamo da ragazzi con il nostro amato Commodore 64.

Vi salutiamo e vi lasciamo alla lista dei programmi preservati.

Elenco programmi preservati:

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