Giornate fatte di nulla. Giornate da cani randagi.
Sono quelle che ogni statale che si rispetti vive sulla sua pelle un attimo dopo aver timbrato il laido cartellino ed essersi seduto di fronte alla propria logora scrivania. Tra un caffè di rappresentanza e infinite traiettorie sullo schermo capacitativo del proprio cellulare il tempo scorre placido e sonnacchioso. Dopo aver cliccato coloratissime faccine, seminato pollicioni, registrato inutili vocali, fatte offerte ridicole per annunci altrettanto risibili, per quanto fitta e articolata possa essere l’offerta dell’industria dell’effimero anche per il più aitante e irreprensibile fannullone infine giunge puntuale e implacabile una disarmante apatia che di solito coincide con la pausa pranzo e culmina con una telefonata d’ufficio.
È da questo istante cristallizzato nel tempo che inizia il mio speciale dedicato a Roberto Lanciotti e che pubblico in occasione del secondo anniversario del DumpClub64!
Di solito quando rispondo al telefono mi investe sempre una voce da cane bastonato che tra strazianti guaiti di sofferenza e penosissimi lamenti di afflizione recita la consueta liturgia: “sarebbe bello se facessimo qualcosa… una sessione?? Rilasciamo dei doni… Potremmo rilasciare quei dischetti che abbiamo dumpato la volta scorsa…. Certo sarebbe bello pubblicare anche una piccola recensione… perché non mettiamo una nuova sezione sul sito…”. Mi piace il lanciottismo al mattino, è come seguire un corso di yoga con Stockhausen come sottofondo: è pura follia!
Il lanciottismo è questo… è l’uso del plurale…. “facciamo, scriviamo, pubblichiamo” che si traduce in “fai, scrivi, pubblica”. È l’ibridazione di un tulipano con una biella, è l’innesto di uno forno a microonde con una mini gonna a fiori in crepe con volant a balze. È insaccare salsicce con il maiale e tutta l’arca di Noè come avrebbe raccontato Checco Durante.
È un canale di televendita che trasmette tutto il giorno! È il cantilenare di un predicatore che affabula senza mai stancarsi! È avere una mano sul volante e uno occhio sul pluriball abbandonato sul marciapiede.
È parcellizzare una quercia sradicata. È allungare la mano su un frullatore dimenticato.
È il lanciottismo, bellezza… ed è rarissimo!
Questo sono state le mie considerazioni quando ho conosciuto per la prima volta Roberto. Lo vedevo simulare come Neymar durante una partita nel Paris Saint-German gravissimi infortuni agli arti superiori ed inferiori per sottrarsi al lavoro mentre traslocavo senza sosta le sue cataste di cianfrusaglie per le tre rampe di scale di casa sua. Aveva nello sguardo la stessa prostrazione di uno schiavo nubiano portato in catene a Roma e giaceva accasciato su una sedia, come una marionetta, gambe larghe sul pavimento e testa reclinata come il pupazzo di un ventriloquo. Era così profondo il supplizio di quel infelice che anche la sua voce era diventata flebile, quasi evanescente: nessuno avrebbe immaginato che quello sventurato potesse sopravvivere ad una così ardua prova cui la vita l’aveva messo di fronte ma si sa che “avuta la grazia, gabbato lo santo!” e così anche in quella occasione potei assistere al miracolo della resurrezione lanciottistica!
Un altro mistero tuttavia rimaneva: come poteva il lanciottismo imperversare incontrastato in un ambiente difficile come la periferia romana dove le querelle di solito venivano risolte a colpi di maleppeggio in testa? I conti non tornavano.
In questa equazione mancava un elemento fondamentale! Quale poteva essere?
Dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna e dietro un eroe evidentemente ce ne devono essere anche più di una!
Nel caso di Roberto, per sua fortuna e anche per la fortuna di tutti noi, ce ne sono ben cinque: la moglie Luisella, le figlie Lucrezia e Carlotta, la sorella Elisabetta e la mamma Angela.
Sono loro che portano equilibrio nella forza oscura del lanciottismo. Sono la luce che squarcia le tenebre e che evita che il lanciottismo prevalga nei multiversi conosciuti.
Senza di loro le linee dei treni sarebbero sempre interrotte per la scomparsa dei cavi di rame dai binari! Non vedremmo il cielo che sarebbe perennemente offuscato dalle nubi tossiche delle esalazioni dei copertoni dati alle fiamme.
Tutto il mondo sarebbe un enorme rivendita di auto… tutte usate e tutte rarissime!
Ancora una volta il genere umano si era trovato sull’orlo del precipizio ma le donne avevano fatto la differenza!
Grazie a loro ho potuto comprendere Roberto per quello che è realmente: una persona di cuore, una persona di sentimenti! Scoprire con sollievo che è un padre, un marito, un figlio e anche un fratello amorevole.
Certo il lanciottismo è sempre in agguato e lo scudo crociato incombe come una spada di Damocle ma alla prova dei fatti il cuore di Roberto non delude mai le persone che ama ed in questo cielo così insperato non ci sono nuvole scure all’orizzonte… ed è sempre sereno!
Qual è la morale di questa storia potremmo domandarci?? È semplice: Il Lanciotti cade sempre in piedi!!
Come nostra consuetudine vi rilasciamo un piccolo download, ma qual’e il gioco che più si avvicinava alla sua personalità ?? Dopo un piccolo sondaggio in famiglia esce fuori una “rarissima” somiglianza nientepopodimeno che con il personaggio di Homer Simpsons .
Qui potete scaricare il gioco “The Simpsons – Bart Vs The Space Mutants” Il gioco è completo di Htap, tap, scansioni in HD di copertina, istruzioni multilingua e cassetta.
Buon divertimento … Clicca sulla ciambella 🙂